ACAD

-Associazione Contro gli Abusi in Divisa – ONLUS –

Archivia 10 Febbraio 2017

Il carabiniere sparò a Mauro Guerra per uccidere

Omicidio volontario, secondo il pm di Rovigo, l’accusa per il maresciallo dei carabinieri che uccise Mauro Guerra nel luglio del 2015. Ribaltata la prima ipotesi di omicidio colposo
di Ercole Olmi

Ora rischia l’ergastolo il maresciallo dei carabinieri Marco Pegoraro, 45 anni, già comandante della stazione dell’Arma di Carmignano di Sant’Urbano. Il pubblico ministero della Procura di Rovigo Fabrizio Suriano ha concluso le indagini ipotizzando l’omicidio volontario per la morte di Mauro Guerra, il 33enne di Carmignano, laureato in Economia aziendale, di professione buttafuori, freddato da un colpo di pistola esploso, da distanza ravvicinata, dall’arma d’ordinanza del militare il 29 luglio 2015. Dopo essere stato in un primo momento imputato di omicidio colposo per aver sparato a un uomo nell’estate 2015 al termine di un inseguimento nei campi tra il nel padovano e il rodigino, il maresciallo dei carabinieri è ora accusato di omicidio volontario. Pegoraro da poco al comando della locale stazione dei carabinieri, era intervenuto assieme a un vice brigadiere a casa dell’uomo, conosciuto come persona ‘disturbata’, che quando andava in escandescenza offendeva e minacciava sorella e madre. Secondo l’accusa i militari si presentarono all’abitazione di Guerra annunciando di dover operare un Tso che alla luce delle indagini, come indicano i quotidiani locali, non ci sarebbe stato. Fuggito in mutande da una finestra l’uomo era stato bloccato e ammanettato dal secondo carabiniere che aveva però dovuto subirne la violenta reazione rimanendo gravemente ferito. Proprio per soccorrere il collega il maresciallo intervenne esplodendo in aria tre colpi di Berretta semiautomatica ed un quarto al fianco della vittima. Alla luce dell’inchiesta il pm ha ritenuto che l’intervento del maresciallo non fosse mosso dall’intenzione di salvare il collega che, pur ferito, non sarebbe stato in pericolo di vita.
Si legge sul sito di Acad, l’associazione contro gli abusi in divisa che, il pomeriggio del 29 luglio, in un campo di sterpaglie poco distante da casa sua a Carmignano di Sant’Urbano nel padovano: Mauro era scalzo e in mutande quando gli hanno sparato.Gli organi di stampa nelle ore successive al fatto hanno dato una serie di versioni molto diverse tra loro in merito all’accaduto. Secondo la prima versione (subito smentita dalla famiglia) i carabinieri sarebbero stati chiamati dalla famiglia del ragazzo il quale durante una lite avrebbe dato in escandescenza, da qui l’intervento dei militari per sottoporre Mauro ad un Trattamento Sanitario Obbligatorio e Mauro che avrebbe tentato la fuga per sottrarsi al trattamento, ne sarebbe quindi nato un inseguimento e una colluttazione con uno dei carabinieri. Sempre secondo la versione dell’Arma il militare sarebbe stato colpito più volte dal ragazzo con un corpo contundente rimanendo ferito e riportando la frattura della teca cranica, della mandibola e di sei costole. A quel punto sarebbe arrivato il collega che vedendo il militare a terra sanguinante avrebbe estratto la pistola e sparato prima due colpi in aria e poi un terzo all’indirizzo di Mauro che è deceduto sul posto pochi istanti dopo essere stato colpito al fianco. Col passare delle ore questa versione ha subìto parecchi mutamenti e la stampa (in particolare Il Mattino di Padova) ha iniziato anche a screditare la vittima descrivendola come una persona disturbata e violenta asserendo inoltre: 1) che qualche giorno prima della morte Mauro si era recato presso la caserma dei carabinieri a consegnare un manoscritto delirante in cui parlava di Dio e del diavolo, di Ezechiele e del destino del mondo; 2) che qualche giorno prima della morte di Mauro i carabinieri avevano ricevuto la segnalazione di una famiglia che avrebbe visto Mauro nascosto dietro un cespuglio; 3) un compagno di palestra avrebbe ricevuto da Mauro una sberla senza motivo sempre qualche giorno prima della morte; 4) che quella mattina all’arrivo dei militari Mauro aveva occhi spiritati e parlava in modo incomprensibile; 5) che una volta ferito dal colpo di pistola avrebbe continuato con ferocia la sua azione interrotta solo dall’intervento di altri quattro carabinieri.
Anche in merito alle lesioni riportate dal carabiniere c’è poca chiarezza visto che quelle sopracitate vengono poi ridimensionate in sospetta lesione cranica, frattura della mascella e una costola incrinata e il carabiniere che veniva dato in fin di vita è stato poi dimesso poche ore dopo l’accaduto. I familiari, con una telefonata al numero verde di Acad, hanno riferito una storia diversa: «Abbiamo la testimonianza di diverse persone che erano lì – racconta una parente – i carabinieri hanno la loro versione ma noi abbiamo i testimoni. Mauro era stato bloccato, già gli era stata infilata una delle manette ma il carabiniere lo ha aggredito e lui ha reagito. Non so cosa gli abbia detto ma è vero che Mauro lo ha colpito, due-tre pugni, non so. Così si è divincolato, si è girato ed è andato via quasi camminando, camminava, ma gli ha sparato alle spalle. E gli altri carabinieri, che erano a cento metri, quando sono arrivati, hanno continuato a prenderlo a calci quando già era a terra». secondo quanto ci ha detto la famiglia Mauro quella mattina era in casa con il fratello minore e il padre, non c’è stata alcuna lite in famiglia, non si capisce chi abbia allertato i carabinieri e l’ambulanza (tant’è che anche il padre di Mauro è rimasto sorpreso dall’arrivo dei militari) e il modulo per il Tso non avrebbe in calce né la firma di un medico né le firme delle Autorità del comune.
Ad effettuare i rilievi sul posto gli stessi colleghi dei carabinieri coinvolti, una costante in casi del genere. La famiglia ad oggi non sa se nemmeno se il pm si sia mai recato sul luogo. «Nemmeno un cane si ammazza in questa maniera. Lo avete ucciso voi, vergognatevi!» Il carabiniere che ha sparato è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo e trasferito alla Legione Veneto. Circa una settimana dopo i fatti abbiamo appreso dalla stampa locale che altri due carabinieri sarebbero ricorsi alle cure mediche e si sarebbero fatti refertare una distorsione al polso e una frattura del metacarpo che avrebbero riportato durante la colluttazione con il giovane che, già ferito e morente, secondo loro continuava a picchiare con forza.

Da popoffquotidiano.it

Presentazione del libro: per uno stato che non tortura

ACAD Associazione Contro gli Abusi in Divisa – Onlus
DopoLavoro Ferroviario e Collettivo autorganizzato Swamp
presentano:

ORE 18.00_
Presentazione del libro “per uno stato che non tortura” Diritti, saperi e pratiche contro la violenza istituzionale.
A cura di Caterina Peroni e Simone Santorso.

ORE 20.00_
POLENTATA A SOSTEGNO DI “NOISE”, il cortometraggio di Acad contro la tortura.

Polenta Vegetariana o Carnivora, vino, acqua e caffè: 10€
(PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA)
Giulia: 3281648525_Claudia: 3385797827

ORE 21.00_
CONCERTO DI Tetneka / Tέθνηκα rock progressive e psichedelico. Voce, chitarra, pianoforte e sintetizzatori.
(Produttori della colonna sonora del corto “Noise”).

Parione9 Gallery & Acad presentano “Draw some Noise”

Draw Some NOISE
10 gennaio – 15 gennaio 2017


INAUGURAZIONE E INIZIO ASTA SILENZIOSA 10 gennaio ore 18.00
DOMENICA 15 gennaio, dalle ore 17.30 alle ore 19.30, finissage e asta di chiusura.

Opere di: Aladin, Marta Baroni, Margherita Barrera, Toni Bruno, Amalia Caratozzolo,Manfredi Ciminale, Crine J, Gipi, Riccardo Mannelli, Martoz, Alessandro Micci, Dario Pallante, Roberto Perini, Antonio Pronostico, Claudio Elias Scialabba, The Sando, Trash Secco, Zerocalcare.

Draw Some NOISE è un’iniziativa che nasce dalla collaborazione con l’Associazione Acad, onlus contro gli abusi in divisa, e che vede confrontarsi 18 artisti, diversi per formazione e generazione ma accomunati dalla volontà di prestare la loro sensibilità artistica per denunciare il vuoto legislativo che in Italia ancora sussiste in merito al reato di tortura. L’intento di Draw Some NOISE è quello di mettere in scena un concerto di voci che diano vita alla rappresentazione corale di un messaggio stigmatizzato attraverso le suggestioni dell’immagine, incisiva e sintetica. Il segno minimale, il disegno inchiostrato, il ritratto sono alcuni degli elementi visivi che vanno a comporre questa immagine: sanguigna, carica di pathos e forte del proprio intento di denuncia radicale.
Nello specifico, Draw Some NOISE si inserisce all’interno di un progetto aperto e orizzontale: venti le tavole realizzate per il lancio del cortometraggio autoprodotto “Noise”, scritto e diretto da Carmine Cristini, che verranno messe all’asta a partire dal
10 gennaio 2017 grazie alla preziosa collaborazione nata con la galleria Parione9 Gallery.

Il ricavato delle vendita sarà interamente impiegato per finanziare la post-produzione di “Noise”.