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-Associazione Contro gli Abusi in Divisa – ONLUS –

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Roma 70 live 2016

SABATO 1 OTTOBRE

L’Associazione di Promozione Sociale Nessun Dorma presenta la
❖ 13° edizione del Roma 70 live! ❖

Il concerto più atteso di #RomaSud

FREE ENTRY
@CSOA La Strada

Il Roma 70 live nasce nel ’98 per promuovere band emergenti nel contesto della periferia di Roma sud.
Oggi l’evento è cresciuto ed ospiterà un’asta di tavole di vari fumettisti della scena romana (tra cui Zero Calcare) a sostegno di ACAD Associazione Contro gli Abusi in Divisa – Onlus e l’inaugurazione del Flash Market.
Saliranno sul palco diversi artisti, alcuni di questi legati all’etichetta discografica LDM, per poi chiudere con il live dei BEER BRODAZ.

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▼ PROGRAMMA ▲

◆ Ore 17.00: Live Music
Coffeebeans

◆ Dalle ore 17.30 alle 20.00 (all’interno del mercato!)
-Asta a sostegno di ACAD Associazione Contro gli Abusi in Divisa – Onlus
-Inaugurazione Flash Market con degustazione gratuita di prodotti bio!

◆ Ore 20.00: Live Music
MÈSA – cantautrice
Madiba
Jekesa
Folcast
Il Branco
BEER BRODAZ
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FOOD: Flash Market e vari box all’interno del mercato fino alle ore 22.00
BEVERAGE: Draft Beer (work in progress)

ROMA 70 NON DORME

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www.aps-nessundorma.org

Genova, migrante già ferito e in manette. Pestato dai carabinieri?

La denuncia al numero verde di Acad. L’uomo sarebbe stato pestato mentre già era immobilizzato e ammanettato. Con le manette è stato caricato in ambulanza e portato a Marassi
di Ercole Olmi

Si sentiva urlare di dolore l’altra notte a Genova, fino ai piani alti dei palazzi di fronte alla Stazione Marittima, nonostante Piazza Dinegro sia sempre squarciata dal rumore del traffico genovese. Era mezzanotte e due persone si sono affacciate per capire chi fosse così straziato da implorare di smetterla di fargli male. Dalla finestra si vedevano due uomini, dietro al furgone bianco nella foto, alle prese con una terza ormai a terra. I due infierivano. Sembrava una rissa tra balordi ma poi i testimoni hanno capito che si trattava di due carabinieri. A terra, l’uomo destinatario della gragnuola di pugni e calci, era ammanettato! I due chiamano il numero verde di Acad e raccontano inorriditi che, anche mentre si attendeva l’intervento dell’ambulanza, uno dei due carabinieri, a turno, si staccava dal gruppo di uomini in divisa per andare a somministrare un altro calcio o assestare un altro pugno al malcapitato. Sul luogo, infatti, erano accorse altre due auto: una di polizia, l’altra di vigili. Ammanettato, l’uomo ferito è stato caricato sull’ambulanza e forse trasportato direttamente al carcere di Marassi. Era la notte del primo agosto. Quando i testimoni scendono in strada non possono fare altro che fotografare le pozze di sangue sull’asfalto e formulare il numero verde dell’associazione contro gli abusi in divisa.
Il mattinale dei carabinieri, il giorno appresso, comunicherà l’arresto per “resistenza a Pubblico ufficiale” (succede spesso che un pestato si veda comminare una simile accusa) e la denuncia per “ lesioni personali aggravate e violazione di domicilio” di un cittadino marocchino di 35 anni, senza fissa dimora e pregiudicato. Verso le ore 20.30, i militari sono intervenuti su richiesta del personale sanitario dell’ospedale “Galliera”, in quanto il 35enne straniero si era presentato con una ferita da taglio ad un braccio, poi giudicata guaribile in 10 giorni, dando anche in escandescenze. Nel frattempo, durante la medicazione, all’interno della apposita sala, con mossa fulminea, l’uomo era riuscito ad allontanarsi facendo perdere le proprie tracce. Il fuggitivo, in via Aspromonte, ha poi aggredito un 76 enne genovese, mentre stava rincasando, allo scopo di nascondersi nel giardino e sottrarsi dalle ricerche dei militari. L’anziano ha riportato lesioni guaribili in 30 giorni. L’uomo è stato poi rintracciato e bloccato in piazza Dinegro, dopo un lungo inseguimento a piedi, al termine del quale ha strattonato un carabiniere nel vano tentato di divincolarsi. L’arrestato è stato associato al carcere di Marassi. Dunque, se stiamo descrivendo lo stesso episodio, l’uomo era già ferito a un braccio prima di essere sottoposto al trattamento quantomeno “energico” dei due militari. Un arresto, probabilmente legittimo, tramutato in un pestaggio illegittimo. Tanto la vittima è un migrante senza dimora. Chissà se al Garante dei detenuti della Liguria viene voglia di vederci chiaro. Acad sta tentando un accertamento.

Da popoffquotidiano.it

Comunicato sulla Sentenza per la morte di Riccardo Magherini

E’ stato riconosciuto un omicidio, questo è il punto di partenza dopo il processo di primo grado.
Tra lacrime liberatorie e di rabbia, dopo oltre un anno e mezzo di udienze, dopo menzogne e inganni, dopo insabbiamenti e dimenticanze, dopo il fango gettato su Riccardo e la sua famiglia, dopo intimidazioni e coperture: lo Stato italiano riconosce, con una leggerezza imbarazzante data da pene ridicole, che Riccardo Magherini non è morto da solo.
Le condanne sono risibili: 7 mesi e 8 mesi con sospensione della pena che garantirà loro neanche un giorno di galera, 7-8 mesi che allo Stato italiano evidentemente bastano per riconoscere un omicidio quando a commetterlo sono le forze dell’ordine.
Dopo poco più di mezz’ora di camera di consiglio la giudice Bilosi pronuncia la sentenza per la morte di Riccardo:
dichiara COLPEVOLI Della Porta, Castellano e Corni, in quanto responsabili del reato di omicidio colposo, in cooperazione colposa, “per aver concorso a determinare la morte di Riccardo Magherini avvenuta il 3 marzo 2014 per arresto cardiorespiratorio per intossicazione acuta da cocaina associata ad un meccanismo asfittico”.
E CONDANNA, CON IL BENEFICIO DI SOSPENSIONE CONDIZIONALE DELLA PENA, Della Porta e Castellano a 7 mesi di reclusione, Corni a 8 mesi.
Lo stesso Corni è stato assolto dall’ accusa di percosse per difetto di querela (in quanto nell’assurdità del nostro codice penale, solamente Riccardo avrebbe potuto denunciare le percosse, non parti terze come in questo caso i familiari e ACAD).
Ascenzi addirittura assolto per non aver commesso il fatto.
Fortunatamente assolte le due volontarie della CRI, Matta e Mitrea.
Condanna inoltre Della Porta, Castellano e Corni al pagamento delle spese processuali (che in teoria dovrebbero pagare loro, ma generalmente interviene il Ministero attingendo dalle nostre tasse, come nel caso Aldrovandi ad esempio), al risarcimento del danno in favore delle parti civili da definirsi in sede Civile, e al pagamento del 30% delle spese di giudizio mentre il restante 70% verrà compensato tra le parti.
E’ giustizia quando la vita di un uomo per le istituzioni vale così poco?
C’è amarezza e rabbia per l’ennesima dimostrazione che la giustizia di questo paese sia direttamente proporzionale alla sua vera identità, all’identità di uno Stato ingiusto, che anche in queste sedi fa emergere tutte le proprie contraddizioni.
Ma c’è una condanna, e non era scontato, c’è una condanna che più che simbolica ci sembra un tentativo strumentale per salvare l’attendibilità di un sistema giudiziario che generalmente tende alla totale assoluzione delle divise coinvolte, c’è una condanna emblematica più che reale, strumentale a salvare la credibilità dello Stato stesso, ma c’è una condanna che, anche se ridicola, riconosce tre dei quattro responsabili della morte di Riky come assassini.
Una sentenza comunque simbolicamente importante, dopo le tante troppe volte in cui ci siamo trovati di fronte a totali assoluzioni.
Resta la voglia di continuare al fianco della famiglia Magherini questa lotta fuori e dentro i tribunali, una lotta che, oltre al far emergere la verità sulle colpevolezze individuali delle divise coinvolte, significa per noi denunciare le responsabilità del sistema che genera e garantisce tutto questo.
-La vera condanna è stata data a tutti quelli che volevano bene a Riccardo con “un ergastolo” nel non poterlo rivedere più.-
La Verità la sappiamo, rimane scritta nel vuoto che ha lasciato Riky, nel dolore dei familiari, nell’impegno di chi non ha mai smesso di lottare in questi due anni lunghissimi.
Per noi, la vita di Riccardo, valeva molto di più.

ACAD-Onlus

Venezia – Processo De Michiel

L’udienza di oggi che vede imputati 5 poliziotti per il pestaggio ai danni dei fratelli De Michiel è iniziata poco dopo le 16.00 ed è durata circa un’ora.
Come anticipato, non hanno potuto sentire tutti i testimoni previsti.
C’è stato il tempo di ascoltarne solo uno, il commissario di polizia giudiziaria.
La testimonianza è stata densa di lacune, impossibile ricostruire i fatti di quella notte dalle sue parole.
In seguito a questo, il giudice ha accennato di voler risentire il teste proprio perché la deposizione non è stata esaustiva.
La prossima udienza è fissata per il 20 luglio e prevede 8 testimoni tra cui il personale sanitario e il medico legale.