ACAD

-Associazione Contro gli Abusi in Divisa – ONLUS –

Ennesimo atto di violenza in nome della sicurezza urbana del decreto Minniti

Testimonianza di un’ attivista di Acad
Firenze, 17 agosto 2017.

Inizialmente doveva essere una giornata normale, solito tragitto, solita fermata del tram, solito sovraffollamento fiorentino nella stagione estiva. Nulla di nuovo.
In ritardo, come al solito, salgo sui mezzi, per arrivare alla stazione. Caldo terribile che contraddistingue Firenze in questi mesi. Mi siedo e qualcosa salta all’occhio. C’è un gruppo di persone, sono quattro o cinque, che salgono insieme, senza rivolgersi parola. Sembrano in uniforme: polo celeste o bianca, jeans lungo, occhiali da sole per coprire il volto, e una tracolla, nera, discretamente grande. Penso subito che sia un gruppo di controllori, ma non si fermano da nessuno per controllare il biglietto. Strana situazione.
Finalmente arrivo al capolinea di Santa Maria Novella. Continuo ad osservarli, e noto che finalmente si parlano. Due di questi si mettono dei guanti di pelle neri. Si aprono le porte del tram e insieme corrono fuori, travolgendo gente, verso un ragazzo che sta vendendo merce abusiva (esattamente delle cuffie per cellulari). Tra un fuggi-fuggi generale, il malcapitato viene placcato come in una partita di rugby prendendosi pure uno schiaffo che lo colpisce in pieno volto. Comincia a sanguinare dal labbro. Intanto i “protettori del decoro” sono aumentati. Almeno sette persone più una volante di polizia municipale, per fermare UN RAGAZZO, DA SOLO, che non sta opponendo nessuna resistenza.
Buttano per terra la merce calciandola con violenza, davanti ad una folla attonita che si è fermata a guardare la scena. Si accorgono dello scompiglio che stanno creando, e del nervosismo delle persone. Afferrano il ragazzo per un braccio e lo trascinano fino alla volante. Un uomo accanto a me gli chiede dove lo stiano portando. La risposta arriva come una doccia ghiacciata da parte dell’ agente: “Devi stare zitto, conto fino a tre, e se continui a parlare ti porto via con lui”.
Tutto questo succede alla stazione di Firenze, alle 18 di pomeriggio, davanti a un centinaio di persone.
Sono già state denunciate ronde antidegrado e rastrellamenti alle stazioni di altre città, da quando è entrato in vigore il decreto Minniti.
Questi comportamenti di estrema violenza vengono accettati e giustificati, nascondendosi dietro alla menzogna della “sicurezza del cittadino”.
Vivendo da spettatore, l’unico paragone che viene in mente, purtroppo, sono le squadracce punitive in atto durante il ventennio.
Chiediamo a tutti di tenere gli occhi aperti, soprattutto se vi trovate nei pressi delle stazioni ferroviarie delle grandi città, e di segnalarci immediatamente qualsiasi episodio d’abuso e di violenza da parte delle forze dell’ordine.

POLICE THE POLICE! Controlliamo gli abusi e le violenze in divisa

Lunedì 17 luglio Padova è stata, purtroppo, teatro di una squallida parata nazista contro lo Ius Soli, organizzata da Forza Nuova con la partecipazione del Veneto Fronte Skinhead. Gli antifascisti cittadini hanno risposto con una presenza massiccia, dimostrando come un gran numero di persone, in una torrida giornata di luglio, fosse pronto a cacciare i quattro ratti nascosti dietro decine di poliziotti.
Il corteo parte da Piazza Insurrezione, raggiunge il Liston e poi si dirige verso le piazze. Proprio in Piazza dei Signori il corteo si ritrova improvvisamente non scortato dalla Polizia e svolta a sinistra. In questo frangente lo schieramento di celere che guidava il corteo si prepara ad una carica, con scene di cui purtroppo non si hanno registrazioni ma che vengono denunciate da decine di partecipanti: dalla volontà di alcuni funzionari di caricare alle spalle i/le compagn*, alla DIGOS in motorino che si lancia in mezzo alla gente che corre, rischiando di investire alcun* manifestanti. Tutto questo con il chiaro intento di spezzare il corteo e di isolarne la testa.
La situazione si scalda ulteriormente nell’altro angolo della piazza, dove un plotone passa in mezzo ai tavolini dei locali e si appresta alla carica. Diventa così evidente come la Questura di Padova non abbia il controllo di ciò che succede nella piazza, permettendo ai singoli plotoni di energumeni in divisa di agire liberamente.
In entrambe le occasioni il corteo viene tutelato da cordoni di compagn* che si pongono in difesa della manifestazione. Dopo il secondo attacco il corteo si ricompatta in Piazza delle Erbe, seguito da uno schieramento di celerini che battono i manganelli sugli scudi.
La polizia riesce a blindare la piazza, ma l’obiettivo di tutt* i/le manifestnat* è chiaro: evitare che Piazza Antenore, luogo simbolo dei movimenti sociali padovani, venga invasa dall’estrema destra.
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Contestiamo Minniti a Padova! No One is Illegal!

Contestiamo il Ministro degli Interni per una città solidale e libera
Venerdì 2 giugno il Ministro degli Interni Marco Minniti verrà a Padova a incontrare il candidato sindaco del centro Sergio Giordani. Possiamo immaginare la gioia del razzista Saia ex assessore sceriffo della destra oggi alleato del P.D. a cui detta la linea in tema di sicurezza.
Al centro dell’incontro ci sarà naturalmente il recente vanto xenofobo del P.D. e cioè la Legge Minniti-Orlando. Questo provvedimento tenta di mettere in atto una “simbiosi mortale” tra politiche di sicurezza urbana sempre più violente, escludenti ed oppressive (il Daspo urbano per i comportamenti indecorosi e antisociali) e un attacco inaccettabile sia verso la libertà e i diritti delle/dei richiedenti asilo (cancellazione del secondo grado di giudizio nell’iter della domanda di protezione internazionale) sia verso gli operatori che operano nel campo dell’accoglienza ( è previsto che si trasformino in pubblici ufficiali minando la loro preziosa condizione di “terzietà”).
Venerdì 2 giugno alla guerra dichiarata alla marginalità e ai migranti dal Minniti vogliamo contrapporre l’idea di una città aperta che rifiuta con forza ogni forma di oppressione e disciplinamento razziale, di genere o economico. All’attacco dichiarato da Minniti ai diritti e alle libertà di tutte e tutti, autoctoni e migranti, rispondiamo costruendo una città meticcia e multietnica attraverso la cooperazione tra tutte le soggettività, i gruppi e i progetti solidali e antirazzisti che ogni giorno lavorano sul territorio!
ore 17.30 – @Liston (via VIII Febbraio) – Padova

#25M, Maltrattati per i Trattati. Tutta colpa del formaggio

#25M. La festa dei Trattati di Roma vista dal centro di identificazione i cui sono stati sequestrati 160 manifestanti per colpa di un pezzo di formaggio piemontese (e del coltellino per tagliarlo)
di Checchino Antonini

Se otto ore vi sembran poche. Ai bordi di Roma, quartiere Tor Sapienza, il palazzone giallo dell’ufficio immigrati della questura per otto ore ha ingoiato centossessanta manifestanti incappati nei posti di blocco, seguiti dalle rispettive digos fin dalla partenza. Dalla Val Susa, da Vicenza, Pisa, Torino, Foggia. Tre pullman e alcune macchine. Inoppugnabili prove: un coltellino infilato nella toma, il formaggio tipico delle valli piemontesi. E poi: felpe col cappuccio, una maschera da verniciatore e pare sciarpe. Su uno dei pullman, lo striscione che doveva aprire il corteo di Eurostop: “Contro l’Unione Europea, confini e nazionalismi”. Sequestrato con i 160 corpi di reato per otto ore. Era ormai buio quando sono usciti i pullman, scortati da mezzi di polizia, carabinieri e finanza, avvolti dall’appaluso di una piccola folla di compagni, amici e da una delegazione che aveva lasciato il corteo Eurostop mentre sfilava nel quartiere di Testaccio. C’era l’eurodeputata Eleonora Forenza (Prc), Nicoletta Dosio, No tav come i sequestrati ma giunta in treno nella Capitale blindata. E poi una legale di movimento e Guido Lutrario dell’esecutivo nazionale di Usb, più alcuni attivisti di Acad, l’associazione contro gli abusi in divisa. Perché impedire di manifestare non è altro che un abuso in divisa anche se ordinato tassativamente da qualcuno con la tessera del Pd nel portafogli. Il partito che ha inventato tutto: la precarietà, i lager per migranti, le “riforme” di scuola e pensioni, la guerra, il jobs act, le grandi opere e il berlusconismo dietro cui nascondere le proprie mani sporche di sangue. Il Viminale ha creduto così di disarticolare gli spezzoni di movimento più refrattari alle retoriche vigenti.
A una quindicina di chilometri, alla Bocca della verità, le forze dell’ordine hanno cercato di costruire il pretesto per caricare il corteo, lo spezzano in due, provando a cacciare i movimenti di lotta per la casa in un vicolo cieco dove organizzare delle forche caudine. Le radio gracchiano che grazie all’intelligence non è successo niente dopo che le medesime radio e televisioni s’erano fatte megafono di veline per giorni e seminare il terrore sulla calata dei balck bloc. La prefettura ha bombardato invano di telefonate i leader delle Ong come Amnesty o Intersos per convincerli a cancellare il loro evento a Castel S.Angelo. I negozianti sono stati convinti, alcuni costretti, a sprangare le botteghe nelle vicinanze del percorso. Roma sembrava la città deserta delle ferie agostane degli anni sessanta. Intanto, dentro il palazzone di vetro e cemento, le operazioni procedevano a rilento. Le agenzie parlano di ritrovamento di mazze di cui qui dentro nessuno sa nulla. L’obiettivo era quello di impedire di manifestare, di coprire – con la retorica dell’ordine pubblico – il voltastomaco che l’Unione Europea desta nella stragrande maggioranza dei lavoratori e dei ceti più poveri di questo paese. Grottesca e spudorata la propaganda murale che infesta la metropolitana: Europa diventa l’acronimo di Eguaglianza, Unità, Rispetto, Opportunità, Progresso, Accoglienza. Proprio tutto quello che l’impianto mercantilista ha cancellato. Spudorate le parole del premier Gentiloni che chiede all’Europa più coraggio ma dimentica di ricordare che lui e il suo partito hanno proposto e imposto ciascuna delle porcherie che “ce lo chiede l’Europa”.
All’arrivo della delegazione, dai corridoi dove ogni giorno vengono umiliati centinaia di migranti, i manifestanti sequestrati escono in corteo, dietro lo striscione che doveva aprire il corteo, e raccontano lo stillicidio delle procedure che va avanti da mezzogiorno. Eleonora Forenza si arrampica sulla rete, si urla, volano slogan ma il muro di gomma della polizia di stato si sgonfierà solo alle 20. Non prima di aver emesso sei fogli di via della durata di tre anni e almeno una ventina di “solo” un anno. Il ministro di polizia, Minniti, ex segretario del Pci di Gioia Tauro, poi uomo di D’Alema, si sta caratterizzando per la sua allergia al diritto di manifestare e per il “pacchetto” sicurezza che ricorda le poor law inglesi della fine del settecento. Da un’altra parte del centro di fascisti hanno bruciato in via dei Fori la bandiera dell’Ue, all’Esquilino sfilavano facendo il saluto romano, minacciando un migrante nero sotto gli occhi di agenti, molti dei quali potrebbero avere suonerie che trillano Faccetta nera e profili fb pieni di fake news a sfondo razzista. D’altronde al Viminale, uno dei loro capi ha messo nero su bianco che Casapound è una sorta di confraternita benefica. E’ solo l’inizio.

Dahttp: popoffquotidiano.it

Solidarietà a Andrea, colpito da Daspo per “antifascismo”

Sono assurde le accuse mosse ad Andrea. aver partecipato ad una manifestazione antifascista contro il raduno razzista di Forza Nuova che è avvenuto a Genova (città medaglia d’ora per la resistenza) lo scorso 11 febbraio.
La diffida colpisce chi ha la colpa di aver partecipato a una giornate di mobilitazione sociale antifascista e antirazzista.
Secondo una logica assurda, Andrea dovrà scontare un allontanamento per cinque anni da ogni evento sportivo in quanto considerato “pericoloso” dalla questura.
Fino ad oggi il Daspo aveva la funzione di limitare la libertà dei tifosi e reprimere i gruppi organizzati costringendo centinaia di ultras e non solo a dover firmare il giorno della partita e a non stazionare nei pressi dello stadio. Il tentativo che la questura vuole dimostrare con questi nuovi Daspo urbano (che sono previsti anche nel famigerato pacchetto sicurezza di Minniti, in discussione in parlamento) rappresenta una nuova gravissima violazione della libertà di tutti i cittadini. Infatti quello che viene contestato è un evento che si è svolto totalmente al di fuori da ogni situazione sportiva.
Al di sopra di ogni considerazione di una cosa siamo certi: questo provvedimento non è un fatto sporadico né semplicemente legale. È un tentativo studiato a tavolino per provare a intimidire chi lotta ogni giorno allo stadio, nei quartieri, nelle scuole e sui posti di lavoro contro ogni divieto ed ingiustizia, aprendo così un grave processo repressivo che ha già visto una forte accelerata negli ultimi anni riguardo alle restrizioni per gli ultras di tutta Italia.
Allora questo nuovo tipo di Daspo potrebbe essere utilizzato in futuro a discrezione della questura per qualsiasi comportamento accusato di “turbare l’ordine pubblico”: dal picchetto antisfratto, all’allaccio abusivo alla rete idraulica, dal rubare un pezzo di formaggio al supermercato al fumarsi uno spinello o restare coinvolto in una rissa in discoteca.
Ogni situazione considerata deviante potrà essere motivo di allontanamento dalle manifestazioni sportive. Si può parlare allora di abuso di potere da parte della polizia che vuole privare di una passione pur di farla pagare a chi “non si comporta bene” privando della libertà di andare a vedere una partita di calcio o di rugby o la partita del proprio figlio.
Questa misura ha lo scopo di intimidire e minacciare non solo le persone colpite direttamente, bensì di far passare la logica delle leggi speciali nei confronti di tutti quelli che non si omologano. Una privazione della libertà inaccettabile che dovrà essere respinta già dai prossimi giorni con mobilitazioni, proteste e ricorsi in ogni sede legale preposta. Un abuso contro gli stili di vita, oltre che contro l’antirazzismo, proprio come quelli che hanno ucciso, fra l’altro Federico Aldrovandi, Giuseppe Uva, Michele Ferrulli, Massimo Casalnuovo, Stefano Cucchi. Oppure come quello che ha prodotto il sequestro di centinaia di manifestanti che il 25 marzo scendevano a Roma per contestare le celebrazioni dell’Europa liberista, così come provava Carlo Giuliani a manifestare proprio a Genova contro il G8 o, infine, come gli abusi seriali e sempre archiviati, compiuti dall’occupazione militare della Val Susa contro le popolazioni locali e il Movimento No Tav. La sperimentazione avviata negli stadi è conclusa da un pezzo: la repressione degli stili di vita, di presunte devianze e del dissenso sociale sta dilagando.

Osservatorio Repressione
Acad – Associazione contro gli abusi in divisa

COMUNICATO DEGLI STUDENTI DEL LICEO JACOPO SANNAZARO DI NAPOLI

Nell’ambito della “settimana dello studente”, il Collettivo Autonomo Sannazaro ha organizzato conferenze su diversi temi legati alla cultura e la democrazia . L’unica conferenza non autorizzata dalla preside è stata quella che vedeva ospiti gli avvocati di A.C.A.D.(Associazione Contro gli Abusi in Divisa) e la famiglia di Davide Bifolco .
Pacificamente gli studenti e il collettivo hanno dato lo stesso la possibilità di svolgere la conferenza e il dibattito , considerato essenziale e alla pari con altre tematiche trattate.
Nel pieno svolgimento dell’attività , con una grande partecipazione di studenti e con i dovuti chiarimenti sulla situazione , un gruppo di professori eseguendo gli ordini della dirigente e della vice-preside sono entrati nell’aula magna, instillando panico e paura immotivata negli studenti, invitandoli ad uscire e interrompendo gli esperti che conferivano .
Per noi questo è un atto violento , repressivo e svolto tramite prevaricazione e abuso della propria posizione sui ragazzi (specialmente i più piccoli) .
Un atto profondamente offensivo verso la madre di Davide Bifolco, alla quale è stato impedito di raccontare la storia di suo figlio e di dibattere sul perché questo possa succedere in un quartiere periferico di Napoli e non nella “Napoli bene ” .
A seguito di questi fatti , gli ospiti e alcuni ragazzi hanno subito intimidazioni e minacce di denunce , al momento non ancora chiarendo le motivazione reali di una tale folle presa di posizione .
Non ci fermiamo , la lucha sigue .