ACAD

-Associazione Contro gli Abusi in Divisa – ONLUS –

Aggiornamento processo Kaies Bohli

Nuova udienza, in Tribunale a Imperia, del processo che vede sul banco degli imputati i due Carabinieri Fabio Ventura, 37 anni, e Gianluca Palumbo, 42 anni, accusati di omicidio colposo per la morte di Kaies Bohli, tunisino 26enne.
In aula, davanti al giudice Laura Russo, questa mattina sono stati sentiti i due imputati. In precedenza è stato sentito per la seconda volta Bruno Giovanni Cavarero, autista soccorritore della Croce Verde di Arma di Taggia, in quanto, secondo il giudice Laura Russo, “la sua ricostruzione non è compatibile con telefonate che abbiamo trascritto”.”

Aggiornamento Processo Paolo Scaroni

Oggi al tribunale di Venezia è andata in scena l’ennesima vergogna giudiziaria a sostegno dell’impunità delle forze dell’ordine.
Gli imputati in appello per il GRAVISSIMO pestaggio subito da Paolo Scaroni il 24 settembre del 2005 sono stati tutti ASSOLTI.
Insufficienza di prove? Non basta un uomo ridotto in fin di vita, i filmati spariti e manomessi, le testimonianze di chi era lì quel giorno e dello stesso Paolo Scaroni che ricorda i manganelli usati al contrario che si abbattevano con una violenza inaudita su di lui.
Non basta un cranio fracassato e le manganellate sul cervello di Paolo, i mesi in coma.
Non basta una vita rovinata da un’invalidita’ al 100%.
INGIUSTIZIA E’ FATTA, ancora una volta, nel nome dell’impunità per la violenza delle divise.
NUMERI INDENTIFICATIVI SUBITO.
Un abbraccio fortissimo a Paolo e alla sua famiglia, scusandoci per non essere riusciti a presenziare oggi al loro fianco in quell’aula.

Confermate le condanne per la morte di Stefano Gugliotta

Confermate dalla Corte di Cassazione le condanne del processo d’appello, per gli 8 agenti accusati delle violente percosse a Stefano Gugliotta della sera del 5 maggio del 2010.
Gli stessi agenti erano già stati condannati in primo grado nel giugno del 2014, mentre a novembre del 2017 si erano visti diminuire le condanne per le attenuanti generiche.
Nove anni per un briciolo di giustizia, per come sono andate le precedenti sentenze di Cassazione per i processi di abusi in divisa, Stefano, la famiglia e i legali si ritengono soddisfatti.

AGGIORNAMENTO PROCESSO PAOLO SCARONI

Terminato da poco il processo d’appello di oggi per il pestaggio subito da Paolo Scaroni il 24 settembre del 2005, presenti in aula Paolo con sua moglie e la sua famiglia, l’amico e regista del documentario Film “Corpo a Corpo” Francesco Corona, noi di Acad, attivisti di Amnesty e 5 dei 6 imputati.
Il giudice ha esordito con una premessa molto importante, che chiarisce la posizione della squadra mobile di Bologna intervenuta su Paolo, in sintesi “i componenti della squadra mobile (6 celerini ancora imputati, uno assolto), anche se non fosse possibile individuare l’esecutore, o gli esecutori, materiali dei fatti, rispondono tutti in termini di concorso per non aver interrotto l’ azione lesiva. Per la 603 3bis vi è l’obbligo del giudice a procedere nei confronti di tutti gli imputati, il processo prosegue con le deposizioni dei primi 4 test: Scaroni, Taufer ex responsabile della polizia giudiziaria di Verona, il funzionario della PS Vitaliti e il testimone Galdini. Dalle dichiarazioni della Taufer continua la convinzione che nelle immediate vicinanze della squadra mobile di Bologna, ci fossero anche altre squadre celere di cui sicuramente quella di Padova. Purtroppo la frase più ricorrente è il classico “non ricordo”, ma le lesioni e le conseguenze che ha subito quel giorno Paolo con la scellerata, immotivata e violentissima azione delle forze dell’ “ordine” presenti, rimarranno indelebili per sempre.
Prossima udienza con le deposizioni degli altri 4 test il 29 marzo.
VERITÀ PER PAOLO, BASTA IMPUNITÀ.

Aggiornamento processo Cucchi

All’udienza di oggi deposizioni veloci e puntuali, quasi una serie di puntini che verranno uniti per delineare l’insabbiamento delle responsabilità degli imputati.
Il PM richiede nuove ammissioni di documenti per dimostrare il passaggio di alcuni atti indicativo del chiaro depistaggio, che nonostante le numerose opposizioni delle difese vengono ammessi quasi totalmente.
Prossima udienza il 25 gennaio 2019
Attendiamo con Stefano sempre nel cuore.

Appello per Bholi Kaies

Diffondiamo e sottoscriviamo l’appello ad essere presenti domani 21 NOVEMBRE al TRIBUNALE di IMPERIA.

“Siamo nel 2015, giugno per la precisione, un giugno insolitamente piovoso e fresco. Riva ligure, pochi chilometri da San Remo, davanti ad un supermercato. Nel parcheggio un uomo fugge all’improvviso inseguito da altre due persone. La corsa finisce cercando di scavalcare il guardrail, una breve colluttazione, gli inseguitori tengono a terra il fuggitivo e nel mezzo del trambusto si qualificano come carabinieri, un passante li aiuta a bloccare la persona che si trova sdraiata sul selciato. L’uomo tratto in arresto si chiama Bholi Kaies, viene caricato su un’auto. L’operazione fila via liscia, sembra normale routine, una storia di cronaca come ne accadono a centinaia ogni giorno, anche se Kaies non tornerà mai più a casa dalla sua famiglia perché esce in coma dal comando dei carabinieri di Santo Stefano.
La causa del decesso inizialmente pare ignota, poi l’autopsia emette un verdetto inquietante: morte a causa di stress celebrale avvenuta in conseguenza di una compressione violenta della cassa toracica, tradotto qualcosa o qualcuno sopra il suo petto gli ha impedito di respirare al punto che il cervello, in carenza di ossigeno, ha smesso di funzionare.
Nei giorni seguenti un carabiniere viene trasferito, si scopre che gli era stata recapitata una lettera di minacce, pare anche che alla procura arrivi una foto in cui sono ritratte le presunte violenze su Bholi all’interno della caserma. Il procuratore del tribunale di San Remo, Cavallone, il quale si era subito affrettato a dire che non eravamo di fronte ad un altro caso Cucchi, si trova costretto in seconda battuta ad istituire un processo a danno di due militari dell’arma, ammettendo che lo stato avrebbe in qualche modo dovuto farsi carico di quella morte.
Ora siamo a novembre 2018, tre anni dopo, la tramontana soffia e la sera viene buio presto. La terza udienza del processo è vicina e si sono già ascoltate alcune testimonianze costituite parte civile. La prossima udienza sarà mercoledì 21 novembre. Chiediamo di venire ad assistere, di partecipare, di tenere alta l’attenzione su questo caso. Lo chiediamo a tutte quelle persone che ritengono inammissibile che si possa morire a causa di violenze subite da parte delle forze dell’ordine. Lo chiediamo alle persone che pensano che le vite ed i corpi di chi ha un colore della pelle diverso o la fedina penale non intatta valgano come tutte le altre. Lo chiediamo a chi riconosce l’abuso di un potere che liquida le vite e i corpi che non può e non riesce a conformare e controllare.
Lo chiediamo anche alla luce di tutti i casi precedenti, molti in Italia, sperando serva a far sì che non debba accadere più. Ci vediamo in tribunale.”

Circolo Arci Camalli (ACPO)
Arci provincia di Imperia
SA Babilonia
CSA la talpa e l’orologio
Cassa di resistenza del ponente Ligure
Acad