ACAD

-Associazione Contro gli Abusi in Divisa – ONLUS –

Archivia 13 Luglio 2016

Comunicato sulla Sentenza per la morte di Riccardo Magherini

E’ stato riconosciuto un omicidio, questo è il punto di partenza dopo il processo di primo grado.
Tra lacrime liberatorie e di rabbia, dopo oltre un anno e mezzo di udienze, dopo menzogne e inganni, dopo insabbiamenti e dimenticanze, dopo il fango gettato su Riccardo e la sua famiglia, dopo intimidazioni e coperture: lo Stato italiano riconosce, con una leggerezza imbarazzante data da pene ridicole, che Riccardo Magherini non è morto da solo.
Le condanne sono risibili: 7 mesi e 8 mesi con sospensione della pena che garantirà loro neanche un giorno di galera, 7-8 mesi che allo Stato italiano evidentemente bastano per riconoscere un omicidio quando a commetterlo sono le forze dell’ordine.
Dopo poco più di mezz’ora di camera di consiglio la giudice Bilosi pronuncia la sentenza per la morte di Riccardo:
dichiara COLPEVOLI Della Porta, Castellano e Corni, in quanto responsabili del reato di omicidio colposo, in cooperazione colposa, “per aver concorso a determinare la morte di Riccardo Magherini avvenuta il 3 marzo 2014 per arresto cardiorespiratorio per intossicazione acuta da cocaina associata ad un meccanismo asfittico”.
E CONDANNA, CON IL BENEFICIO DI SOSPENSIONE CONDIZIONALE DELLA PENA, Della Porta e Castellano a 7 mesi di reclusione, Corni a 8 mesi.
Lo stesso Corni è stato assolto dall’ accusa di percosse per difetto di querela (in quanto nell’assurdità del nostro codice penale, solamente Riccardo avrebbe potuto denunciare le percosse, non parti terze come in questo caso i familiari e ACAD).
Ascenzi addirittura assolto per non aver commesso il fatto.
Fortunatamente assolte le due volontarie della CRI, Matta e Mitrea.
Condanna inoltre Della Porta, Castellano e Corni al pagamento delle spese processuali (che in teoria dovrebbero pagare loro, ma generalmente interviene il Ministero attingendo dalle nostre tasse, come nel caso Aldrovandi ad esempio), al risarcimento del danno in favore delle parti civili da definirsi in sede Civile, e al pagamento del 30% delle spese di giudizio mentre il restante 70% verrà compensato tra le parti.
E’ giustizia quando la vita di un uomo per le istituzioni vale così poco?
C’è amarezza e rabbia per l’ennesima dimostrazione che la giustizia di questo paese sia direttamente proporzionale alla sua vera identità, all’identità di uno Stato ingiusto, che anche in queste sedi fa emergere tutte le proprie contraddizioni.
Ma c’è una condanna, e non era scontato, c’è una condanna che più che simbolica ci sembra un tentativo strumentale per salvare l’attendibilità di un sistema giudiziario che generalmente tende alla totale assoluzione delle divise coinvolte, c’è una condanna emblematica più che reale, strumentale a salvare la credibilità dello Stato stesso, ma c’è una condanna che, anche se ridicola, riconosce tre dei quattro responsabili della morte di Riky come assassini.
Una sentenza comunque simbolicamente importante, dopo le tante troppe volte in cui ci siamo trovati di fronte a totali assoluzioni.
Resta la voglia di continuare al fianco della famiglia Magherini questa lotta fuori e dentro i tribunali, una lotta che, oltre al far emergere la verità sulle colpevolezze individuali delle divise coinvolte, significa per noi denunciare le responsabilità del sistema che genera e garantisce tutto questo.
-La vera condanna è stata data a tutti quelli che volevano bene a Riccardo con “un ergastolo” nel non poterlo rivedere più.-
La Verità la sappiamo, rimane scritta nel vuoto che ha lasciato Riky, nel dolore dei familiari, nell’impegno di chi non ha mai smesso di lottare in questi due anni lunghissimi.
Per noi, la vita di Riccardo, valeva molto di più.

ACAD-Onlus

Venezia – Processo De Michiel

L’udienza di oggi che vede imputati 5 poliziotti per il pestaggio ai danni dei fratelli De Michiel è iniziata poco dopo le 16.00 ed è durata circa un’ora.
Come anticipato, non hanno potuto sentire tutti i testimoni previsti.
C’è stato il tempo di ascoltarne solo uno, il commissario di polizia giudiziaria.
La testimonianza è stata densa di lacune, impossibile ricostruire i fatti di quella notte dalle sue parole.
In seguito a questo, il giudice ha accennato di voler risentire il teste proprio perché la deposizione non è stata esaustiva.
La prossima udienza è fissata per il 20 luglio e prevede 8 testimoni tra cui il personale sanitario e il medico legale.

[FIRENZE] Processo Magherini

Terminata da poco l’ udienza.
Rimandata la sentenza prevista per oggi al 13 Luglio. All’udienza di oggi le arringhe della difesa dell’avv. Maresca e avv. Ragusa.
Maresca apre la difesa affermando che Riccardo Magherini,avendo assunto droga e alcool, volontariamente fosse diventanto un soggetto pericoloso, e che quindi l’intervento dei carabinieri fosse stato legittimo al fine di evitare ulteriori reati del soggetto (n.b. Magherini viene denunciato per furto di cellulare). La difesa continua l’arringa smontando le connessioni fra questo processo ed i processi Aldrovandi e Rassman (portati in sede dibattimentale come fattispecie di sentenza e in generale per contestualizzare ciò che già è successo altre volte): per la difesa non si può fare un parallelismo fra i casi perché in questo non vi é stato un uso della violenza, ma solo una contenzione sul corpo.
L’errore, che ha portato alla morte di Riccardo, sempre a detta della difesa, é stato dei volontari e operatori della croce rossa, dalla valutazione errata dell’operatore della CRI che, visto il codice giallo, doveva mandare un medico a bordo, ai ritardi dell’ambulanza.
La difesa ha chiesto totale assoluzione per i quattro carabinieri imputati.
Oggi sono state dette tante cose in quell’aula, si é parlato di processo politico contro l’Arma, sono stati citati testimoni che raccontano dei carabinieri che si avvicinano a mani aperte, che si rivolgono a Riccardo dandogli del lei, che si preoccupano del suo stato, che contengono una persona altrimenti pericolosa.
Oggi NON è stato detto che Riccardo moriva RANTOLANDO, soffocato e picchiato, che diceva AHIA, AIUTATEMI HO UN FIGLIO, che non si trovavano le chiavi delle manette, che ai volontari è stato impedito di soccorrerlo per potergli fare un degno massaggio cardiaco.
OGGI NON ESISTEVANO NÉ CALCI NÉ URLA.
Riccardo viene ricordato come pericoloso,il “furto” di un cellulare ed una vetrina rotta valgono più di un corpo a terra, pena di morte legalizzata per i tutori dello Stato.
MERCOLEDÌ 13 LUGLIO CI SARÀ LA CONTRO REPLICA DEL PM E LA SENTENZA.
Basta impunità ! Basta abusi in divisa!

Lo stato uccide e poi rimuove?

tenda01Tendopoli di San Ferdinando, 10 Giugno 2016. La baracca in cui Sekine Traore è stato ucciso da un colpo di pistola ormai più di due giorni fa, in questo momento non è sottoposta a sequestro. È ancora l’emporio dove da uno stereo canta Bob Marley, qualcuno fuma una sigaretta e qualcun altro beve un caffè. Non sappiamo se un sequestro c’è stato, ma nessuno sembra confermarlo.
Eventualmente, si è trattato di un sequestro lampo. Tracce di sangue, comunque, non ce ne sono. Ci chiedono il perché. Non lo sappiamo.
L’iscrizione del carabiniere nel registro degli indagati è un atto dovuto, ha dichiarato il procuratore della Repubblica di Palmi Ottavio Sferlazza, aggiungendo prontamente che tutto sembra confermare l’ipotesi di una legittima difesa. Bene. Chiediamo alla procura della Repubblica di chiarire se e in che termini sono stati eseguiti i dovuti rilievi sul luogo dell’omicidio. Chiediamo alla procura della repubblica di chiarire se l’assoluta accessibilità dei locali a 48 ore da un omicidio rispetti o violi quello che la legge prescrive in questi casi.
Molte persone, infine, continuano ad affermare elementi importanti, ed almeno parzialmente in contrasto con la versione delle Forze dell’ordine. Chiediamo alla procura della Repubblica se e in che termini è stato garantito l’esercizio del diritto/dovere di testimoniare. Nessuno dei presenti ha dichiarato di essere stato sentito o convocato in procura.
Chiediamo infine, a tutti e a ciascuno, di considerare che Sekine è morto e c’è una verità dei fatti ancora tutta da accertare. Ricordiamo che gli inquirenti hanno il dovere – morale e giuridico – di compiere ogni sforzo al fine di chiarire il più possibile questa verità. Chiediamo a tutti e a ciascuno di giudicare se questo è il modo.

Comitato Verità e Giustizia per Sekine Traore
Acad – Associazione contro gli abusi in divisa Onlus

Chi semina vento raccoglie tempesta

VERITA’ E GIUSTIZIA PER SEKINE TRAORE
Un uomo è un uomo. Una vita è una vita. Un omicidio è un omicidio.
27. Gli anni. Ma non era un universitario fuori corso, come molti suoi coetanei calabresi laureandi in disoccupazione. Fuori sede, sì, ma all’accademia della sopravvivenza per lavoratori stranieri saltuariamente occupati e strutturalmente supersfruttati.
3. le volanti. 2 dei Carabinieri e una della polizia. = 6 agenti? Almeno… 2 per macchina, si suppone. Se non di più. I testimoni riferiscono 7.
?. Il tempo trascorso tra l’arrivo degli agenti e la morte violenta per colpo d’arma da fuoco all’addome. Il comunicato dell’Arma segnala l’orario della rissa ma non quello del decesso e tantomeno quello dell’arrivo delle volanti.
400. Circa. Ancora. Gli ospiti presenti in tendopoli a stagione ampiamente conclusa. Senza soldi senza cibo senza lavoro…
?. Il guadagno medio della stagione e la paga giornaliera media ricevuta da Sekine quest’anno per il lavoro negli agrumeti.
?. I profitti dei grossi magazzini che a Rosarno rastrellano a basso prezzo il prodotto e lo rivendono alla Grande Distribuzione.
?. Quanti marchi illustri del commercio alimentare devono lavare via negli stabilimenti il sangue dei Sekine.
5. Gli omicidi di stato di africani dal 2008 ad oggi, per quanto sappiamo, riferendoci a quanti deceduti di morte non naturale né per cosiddette “dinamiche interne”, ma per superamento della soglia di sopportazione umana – il ragazzo che si è impiccato dietro la famosa “fabbrica” – per negligenza programmata delle istituzioni – i due morti di bicicletta lungo le provinciali senza lampioni percorse dai ghetti al luogo di lavoro – per bassa soglia di resistenza ai rigori dell’accoglienza umanitaria – la persona trovata morta di freddo nei pressi della tendopoli qualche anno fa – per ragioni di ordine pubblico…SEKINE.
?. I feriti dal 2008 – anno della famosa rapina che causò il ferimento grave di due braccianti da parte di criminali locali – al 2010 della rivolta, passando per le aggressioni di quest’inverno e arrivando ad oggi – giorno di lutto e rabbia nella tendopoli di San Ferdinando per la perdita di un fratello, ucciso dallo stato per “incapacità” dello stato a garantire l’incolumità e assistenza chi dà segni di squilibrio – o come scrivono i cc è “in evidente stato di alterazione psicofisica” e secondo le nostre leggi va tutelato e curato, non soppresso.
?. Quanti di noi nati qui nelle stesse condizioni darebbero gravi segni di squilibrio e dopo quanto tempo…
?. Se nella piana di Gioia Tauro, se in Italia, se nel cuore della civilissima Unione Europea un lavoratore immigrato può sperare nella giustizia almeno da morto.
Durante la determinata e partecipata manifestazione organizzata questa mattina dai fratelli di Sekine, che vivono in tendopoli, davanti al Municipio di San Ferdinando (competente territorialmente per il sito), decine di persone riferivano una versione contrastante almeno in parte con quella ufficiale ed esprimevano sconcerto e rabbia per il fatto che le dichiarazioni rese ieri non fossero, a quanto pare, contestuali alle necessarie ed opportune procedure legali. In molti si dichiarano disponibili a testimoniare in qualunque sede. Questo con un enfasi che si accentua alla notizia che, a quanto pare, la procura si sia espressa ieri avallando la versione della polizia.
Non ci interessano i linciaggi. Le responsabilità dei singoli esigiamo che vengano chiarite prima di tutto perché, in mancanza di ciò, ci troveremmo di fronte a una grave minaccia alla libertà e all’incolumità di tutti per un precedente che nel nostro paese sarebbe l’ennesimo, siano le vittime di colore più o meno bianco, più o meno scuro.
LE RESPONSABILITA’ MORALI E POLITICHE PER NOI SONO CHIARE: CHI GOVERNA LA SITUAZIONE, A QUALUNQUE LIVELLO, E CHI CI GUADAGNA… LE PORTA TUTTE.
LE RESPONSABILITA’ GIURIDICHE FAREMO SI’ CHE VENGANO ACCERTATE.
Comitato Verità e Giustizia per SEKINE TRAORE
ACAD – Associazione contro gli Abusi in Divisa Onlus