ACAD

-Associazione Contro gli Abusi in Divisa – ONLUS –

AGGIORNAMENTO PROCESSO: I FATTI DI SANTA MARIA CAPUA VETERE

Come Acad parte civile costituita, ieri, abbiamo rassegnato le conclusioni in udienza preliminare nel processo in corso all’aula bunker di Santa Maria Capua Vetere chiedendo che tutti gli imputati siano rinviati a giudizio per tutti i capi di imputazione contestati. Tortura, lesioni, violenze brutali e ancora depistaggi e coperture; tutte condotte che rompono il patto sociale tra i cittadini e lo Stato quando l’uso della forza in monopolio alle forze dell’ordine viene abusato in una fase, quella delle esecuzione della pena in carcere, dove le facoltà di difesa e reazione sono già minime.

C’è sempre bisogno di un processo penale per accertare le responsabilità soggettive, materiali e gerarchiche; in questo caso c’è bisogno di un processo pubblico e partecipato dalla società civile per ristabilire l’equità e la giustizia anche in carcere. L’ udienza preliminare proseguirà ogni martedì fino a metà giugno quando come richiesto anche dalla Procura Sammaritana il Giudice per le indagini preliminari dovrà decidere sul rinviare a giudizio gli imputati.

La settimana santa – Presentazione alla libreria Les Mots (Milano)

Gli eventi raccontati nel libro risalgono al marzo 2020. Le carceri italiane, ridotte a discariche sociali, collassano sotto il peso dell’epidemia. L’uso della forza salvaguarda un equilibrio impossibile e a farne le spese, inevitabilmente, sono i detenuti.

“La settimana santa” ricostruisce la “mattanza” del 6 aprile 2020 nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, in Campania, con la violenza di una “perquisizione straordinaria”, prima ignorata da (quasi) tutti, poi diventata un caso nazionale.

Il libro verrà presentato giovedì 10 febbraio (ore 18.30) alla libreria Les Mots (via Carmagnola, 4) di Milano.
L’evento è organizzato in collaborazione con OLGa – è Ora di Liberarsi dalle Galere e Acad – Associazione contro gli abusi in divisa 

Aggiornamento Processo Santa Maria Capua Vetere

Si è tenuto ieri, 3 febbraio 2022, il seguito dell’udienza preliminare davanti al Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere per il processo a carico di dirigenti del Dap e Agenti della Polizia penitenziaria per le violenze avvenute in carcere nell’aprile del 2020.
Dopo numerose udienze, il Giudice ha sciolto la riserva in relazione all’ammissione delle parti civili, detenuti ed enti che ne hanno fatto richiesta.
Con un lungo provvedimento, Acad, insieme ad altre associazioni, è stata ammessa come parte civile nel processo per poter affiancare e sostenere le difese dei detenuti in un processo che sarà certamente lungo e complesso.

Aggiornamento Processo Traore

Si è tenuta venerdì scorso a Palmi una nuova udienza del processo per la morte di Sekine Traorè, ucciso da un colpo di pistola sparato da un carabiniere nella tendopoli di San Ferdiando l’8 giugno 2016 .
Nell’udienza è stato ascoltato come testimone l’ultimo poliziotto intervenuto quel giorno.
Il processo è stato poi rinviato al 27 aprile, ore 14.00, per l’esame dei due medici legali che hanno effettuato l’autopsia e dell’imputato

Aggiornamento processo Santa Maria Capua Vetere

Si è svolta ieri nell’ aula bunker del carcere di Santa Maria Capua Vetere il prosieguo dell’udienza preliminare per le violenze ai danni dei detenuti avvenute durante il lockdown 2020.
Altre persone offese hanno depositato nuove costituzioni di parte civile e sono emersi i primi contrasti sulle legittimazioni delle associazioni in difesa dei diritti civili come ACAD ad essere presenti nel processo.
Il Gip ha ribadito la riserva e rinviato la decisione sulla legittimazione delle costituzioni di parte civile delle persone offese alla prossima udienza fissata per il 25 gennaio 2022.

COMUNICATO DI ACAD OLUS IN MERITO AL PROCEDIMENTO AVVIATO CONTRO L’ITALIA DALLA CORTE EUROPEA PER I DIRITTI DELL’UOMO SUL CASO MAGHERINI

Oggi, 07/01/22, la Corte Europea per i diritti dell’uomo ha annunciato l’apertura di un procedimento a carico dell’Italia in merito alla morte di Riccardo Magherini con il quale esige ” chiarimenti su questioni sollevate dall’esame dei fatti, degli atti, delle sentenze e della normativa italiana, che segnalano possibili violazioni della Convenzione europea.”
Un vero e proprio -“atto di accusa” nei confronti dell’Italia, contro gli apparati del controllo e della repressione e contro la politica che li governa-.
l’Italia dovrà rispondere della morte di Riccardo e della malagiustizia che ha garantito l’impunità ai 4 carabinieri che lo fermarono la notte del 3 marzo 2014 fino a condurlo alla morte.
Attendevamo questa notizia, ci aveva informati la famiglia nei giorni precedenti di un’imminente pronuncia della corte europea, e così è stato.
Ci sono voluti quasi 8 anni di battaglie, ma presto Guido avrà quel famoso “foglio di carta con su scritto che me lo hanno ammazzato” da dare a Brando.
Ci aspettiamo sanzioni pesantissime nei confronti dell’Italia per la morte di Riky e per lo scandalo giudiziario che ha portato all’assoluzione in Cassazione dei quattro carabinieri coinvolti.


Riportiamo le più importanti domande poste al Governo italiano:
” l’uso della forza da parte dei carabinieri è stato “assolutamente necessario e strettamente proporzionato” al raggiungimento dello scopo perseguito (il contenimento della persona fermata)? Le autorità pubbliche hanno garantito che fosse tutelata dagli operatori la particolare condizione di vulnerabilità del soggetto in questione? Le stesse autorità possono dimostrare di aver fornito agli agenti che operano in circostanze simili una formazione adeguata, capace di evitare abusi e trattamenti inumani e degradanti?”
Domande che noi abbiamo ampliato e posto più volte nel corso di questi lunghissimi anni.
E che risponda l’Italia del famoso protocollo di intervento che troppo spesso ha causato la morte per asfissia posturale.
Riky come Arafet, Aldro, Michele e troppi altri.
Dovrà dire perché l’Italia ha assolto e giustificato la morte di un uomo che chiedeva aiuto mentre quattro carabinieri lo soffocavano sull’asfalto.
E che risponda l’Italia sulle torture subite da Riky, con i numerosi video e testimonianze che chiariscono quanto accaduto.
E che l’Italia ci dica perché Riccardo aveva “edema ed emorragiole cerebrali perivasali” al CERVELLO; “edema interstiziale e ondulazione delle miofibre con emorragiole subendocardiche” al CUORE; “emorragiole subpleuriche e inralveolari, edema focale intraaveolare e interruzione acuta dei setti e macrofagi intraalveolari” AI POLMONI; “emorragie subcapsulari ed intraparenchimali del lobo caudato” AL FEGATO, e “frattura costale con aspetti di vitalità” ALL’ADDOME in corrispondenza dei calci subiti.
E che risponda l’Italia spiegando come un processo possa partire giusto se fin dall’inizio ci sono state anomalie sostanziali con un PM che non si è mai recato sul posto al momento della morte e non ha coordinato da lì le prime indagini che sono state fatte dai carabinieri stessi!
E che risponda l’Italia sul perché negli anni è stato fatto di tutto per ostacolare la sacrosanta lotta per la verità, che ci dica finalmente perché è stato infangato da istituzioni, questure e giornali il nome di RICCARDO “il drogato a D’ORSO nudo incontenibile” come scrisse uno dei CC, a sottolineare che se la fosse cercata e meritata ( oltre ad evidenziare i suoi problemi con la lingua italiana).
E risponda l’Italia sugli insabbiamenti e le intimidazioni nelle indagini.
Risponda l’Italia spiegando i ritardi sui processi, i magheggi sulle autopsie.
Ci dica perché i soldi pubblici sono stati spesi per mandare innumerevoli camionette ogni qual volta veniva indetto un presidio di solidarietà fuori dai tribunali o per far togliere dalla DIGOS striscioni commemorativi nelle strade di Firenze e non per avviare indagini interne sugli evidenti marciumi a più livelli.
E già che c’è, risponda l’Italia su come sia possibile avere all’interno di un corpo istituzionale persone in divisa che si fanno chiamare “PISTOLERO” che inneggiano pubblicamente sui social ai “sabati fascisti” e al Duce o a definire Riccardo come “il tossico che doveva morire” e poi li ritroviamo ad uccidere per le nostre strade.
Ci dica perché le famiglie delle vittime vengono abbandonate e massacrate da continue delusioni, disillusioni e offese dai vari Governi, Giovanardi o Salvini di turno.
Ci dica perché ogni qual volta la morte di un uomo è causata da appartenenti alle forze dell’ordine dobbiamo subire quel teatro assurdo fatto di processi giudiziari falsati che portano a condanne ridicole di 6-7 mesi in primo grado poi addirittura cancellate in Cassazione davanti all’evidenza di un omicidio.
Ci dica come sia possibile che tutto questo ancora non abbia avuto una fine.
Attendiamo, senza mai smettere di lottare contro ogni abuso.
Un abbraccio a tutta la famiglia Magherini e a tutti gli amici e amiche del Maghero.

Acad-Onlus