ACAD

-Associazione Contro gli Abusi in Divisa – ONLUS –

Solidarietà a Andrea, colpito da Daspo per “antifascismo”

Solidarietà a Andrea, colpito da Daspo per “antifascismo”

Sono assurde le accuse mosse ad Andrea. aver partecipato ad una manifestazione antifascista contro il raduno razzista di Forza Nuova che è avvenuto a Genova (città medaglia d’ora per la resistenza) lo scorso 11 febbraio.
La diffida colpisce chi ha la colpa di aver partecipato a una giornate di mobilitazione sociale antifascista e antirazzista.
Secondo una logica assurda, Andrea dovrà scontare un allontanamento per cinque anni da ogni evento sportivo in quanto considerato “pericoloso” dalla questura.
Fino ad oggi il Daspo aveva la funzione di limitare la libertà dei tifosi e reprimere i gruppi organizzati costringendo centinaia di ultras e non solo a dover firmare il giorno della partita e a non stazionare nei pressi dello stadio. Il tentativo che la questura vuole dimostrare con questi nuovi Daspo urbano (che sono previsti anche nel famigerato pacchetto sicurezza di Minniti, in discussione in parlamento) rappresenta una nuova gravissima violazione della libertà di tutti i cittadini. Infatti quello che viene contestato è un evento che si è svolto totalmente al di fuori da ogni situazione sportiva.
Al di sopra di ogni considerazione di una cosa siamo certi: questo provvedimento non è un fatto sporadico né semplicemente legale. È un tentativo studiato a tavolino per provare a intimidire chi lotta ogni giorno allo stadio, nei quartieri, nelle scuole e sui posti di lavoro contro ogni divieto ed ingiustizia, aprendo così un grave processo repressivo che ha già visto una forte accelerata negli ultimi anni riguardo alle restrizioni per gli ultras di tutta Italia.
Allora questo nuovo tipo di Daspo potrebbe essere utilizzato in futuro a discrezione della questura per qualsiasi comportamento accusato di “turbare l’ordine pubblico”: dal picchetto antisfratto, all’allaccio abusivo alla rete idraulica, dal rubare un pezzo di formaggio al supermercato al fumarsi uno spinello o restare coinvolto in una rissa in discoteca.
Ogni situazione considerata deviante potrà essere motivo di allontanamento dalle manifestazioni sportive. Si può parlare allora di abuso di potere da parte della polizia che vuole privare di una passione pur di farla pagare a chi “non si comporta bene” privando della libertà di andare a vedere una partita di calcio o di rugby o la partita del proprio figlio.
Questa misura ha lo scopo di intimidire e minacciare non solo le persone colpite direttamente, bensì di far passare la logica delle leggi speciali nei confronti di tutti quelli che non si omologano. Una privazione della libertà inaccettabile che dovrà essere respinta già dai prossimi giorni con mobilitazioni, proteste e ricorsi in ogni sede legale preposta. Un abuso contro gli stili di vita, oltre che contro l’antirazzismo, proprio come quelli che hanno ucciso, fra l’altro Federico Aldrovandi, Giuseppe Uva, Michele Ferrulli, Massimo Casalnuovo, Stefano Cucchi. Oppure come quello che ha prodotto il sequestro di centinaia di manifestanti che il 25 marzo scendevano a Roma per contestare le celebrazioni dell’Europa liberista, così come provava Carlo Giuliani a manifestare proprio a Genova contro il G8 o, infine, come gli abusi seriali e sempre archiviati, compiuti dall’occupazione militare della Val Susa contro le popolazioni locali e il Movimento No Tav. La sperimentazione avviata negli stadi è conclusa da un pezzo: la repressione degli stili di vita, di presunte devianze e del dissenso sociale sta dilagando.

Osservatorio Repressione
Acad – Associazione contro gli abusi in divisa

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