ACAD

-Associazione Contro gli Abusi in Divisa – ONLUS –

PRESIDIO AL TRIBUNALE DI FIRENZE PER LA MORTE DI ARAFET ARFAOUI

Giovedì 17 Settembre, dalle ore 11:00 presso il Tribunale di Firenze, avrà luogo la prima udienza dell’incidente probatorio per la morte di Arafet Arfaoui, il trentunenne deceduto ad Empoli durante un fermo di polizia all’interno di un money trasfert il 17 gennaio 2019, con il conferimento dell’incarico al perito medico-legale nominato dal Giudice.
Chiediamo a tutti i sensibili e solidali
di raggiungere il tribunale per far sì che il controllo popolare e la solidarietà seguano fin dalle prime fasi questo importante processo che non può e non deve garantire impunità alle divise coinvolte come troppo spesso accade.
Dopo l’accoglimento dell’opposizione all’archiviazione e la conseguente iscrizione nel registro degli indagati per omicidio colposo (reato 589 c.p.) dei 5 poliziotti, il medico e l’infermiera intervenuti, che fu disposta dal Gip lo scorso gennaio, fra pochi giorni si procederà con un’ulteriore perizia medico-legale, affidata ad un altro medico, il quale dovrà chiarire cosa è accaduto in quei momenti che hanno portato Arafet alla morte.
Arafet è morto nelle mani delle forze dell’ordine, come successo già tante, troppe altre volte.
Arafet è morto con le manette ai polsi e i piedi legati da una corda, è morto nelle mani di cinque agenti, due intervenuti subito, tre sopraggiunti successivamente sul posto, che si alternavano, in tre a turno, per contenerlo a terra, legato.
È morto mentre cercava di spedire i soldi ai suoi cari lontani, accusato dal gestore del negozio di possedere 20 euro false.
È morto dopo una colluttazione che possiamo solo immaginare nel bagno del locale privo di telecamere, ma scritta sui 23 segni di ecchimosi ed escoriazioni rilevate sul corpo di Arafet.
È morto dopo 15 minuti di contenimento in posizione prona con i poliziotti che continuavano a tenerlo a terra nonostante avesse smesso ormai di muoversi, parlare e lamentarsi.
Arafet è morto tra lancinanti gemiti di sofferenza registrati durante la telefonata fatta al 118 in quei tragici momenti. È morto con un consistente edema polmonare, tale da rendere un polmone grande il doppio dell’altro. È morto tra paura, panico e patimenti.
È morto con gli operatori del 118 che hanno atteso oltre 5 minuti prima di occuparsi di lui.
Riteniamo che sia importante e fondamentale esserci, in solidarietà alla moglie di Arafet, alla sua famiglia e a sostegno della lotta contro gli abusi delle forze dell’ordine, per questo invitiamo tutte e tutti ad esserci ancora una volta, partecipando al presidio che avrà luogo di fronte ai cancelli del Palazzo di Giustizia, giovedì 17 dalle 11:00 per circa un’ora, fino alla conclusione delle nomine.
BASTA IMPUNITÀ.
VERITÀ E GIUSTIZIA PER ARAFET E TUTTI GLI ALTRI.
Acad-Onlus

Aggiornamenti processo Sekine Traore

Si è tenuta stamattina presso il Tribunale di Palmi una nuova udienza del processo per la morte di Sekine Traore, avvenuta l’8 giugno 2016 nella Tendopoli di San Ferdinando a causa di un colpo di pistola sparato da un carabiniere.
Nell’udienza odierna, il Tribunale in composizione monocratica ha sciolto la riserva sulle richieste di costituzione delle parti civili ammettendo la costituzione del fratello e della sorella di Sekine e rigettando la richiesta, avanzata dalla difesa dell’imputato, di esclusione di ACAD – Associazione contro gli Abusi in Divisa Onlus, già ammessa all’udienza preliminare.
Dichiarata inammissibile invece la richiesta di costituzione di parte civile avanzata da un cugino di Sekine, il parente più stretto che vive in Italia, per il quale il Giudice non ha riconosciuto la legittimazione all’azione civile quale danneggiato dal reato.
Il Giudice ha inoltre accolto la richiesta di citazione del Ministero della difesa in qualità di responsabile civile avanzata dalle parti civili ed ha rinviato all’udienza del 12.02.2021 per le richieste istruttorie e l’esame dei primi due testi dell’accusa.
Continueremo il nostro impegno per fare piena luce sull’ennesima morte nelle nostre campagne e per cercare giustizia per Sekine Traore.
Acad – Associazione Contro gli Abusi in Divisa Onlus
USB – Coordinamento Lavoro Agricolo

Aggiornamento processo Traore

Dopo una serie di rinvii si è finalmente tenuta oggi a Palmi la prima udienza del processo per la morte di Sekine Traore, ucciso da un colpo di pistola sparato da un carabiniere l’8 giugno 2016 nella Tendopoli di San Ferdinando. Oggi è stata avanzata richiesta di costituzione di parte civile per fratello, sorella e un cugino di Sekine. La difesa dell’imputato si è opposta sollevando una serie di questioni, mentre ha chiesto l’estromissione di ACAD, già parte civile, sulla base dell’assenza di interesse dell’associazione.Dopo la replica dei difensori delle parti civili, il giudice si è riservato su tutte le questioni e ha rinviato il processo all’udienza del 11.09.20.
Con Sekine nel cuore

Acad sostiene le vittime di abusi nel carcere di Santa Maria Capua Vetere

Nel mese di marzo 2020, a seguito della diffusione del virus SARS-Cov-2, in tutte le carceri italiane vengono sospesi i colloqui con i familiari ed i detenuti si sentono, se possibile, ancor di più in gabbia.
La paura del contagio e l’assenza di qualunque forma di tutela sanitaria motivano in brevissimo tempo proteste e rivolte nelle carceri di tutta Italia.
Il 5 aprile 2020 arriva la segnalazione di un caso di positività tra i detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta e i detenuti chiedono dispositivi di protezione e distanziamento.
Ed invece, tra il 7 e l’8 aprile 2020 cominciano ad emergere inquietanti avvisaglie di violenze avvenute nel penitenziario a danno degli stessi detenuti. La situazione appare da subito molto grave, si parla di una vera e propria mattanza. Solo nel giugno 2021 piu di 100 agenti della Polizia Penitenziaria ed i vertici della Casa circondariale verranno accusati ufficialmente di torture e maltrattamenti nei confronti dei cittadini reclusi.
Acad, da sempre impegnata contro ogni abuso di potere, per l’ introduzione dei numeri identificativi per le forze dell’ordine e nell’iter di approvazione del reato di tortura, segue, monitora e sostiene i familiari e le vittime di abusi da parte delle forze dell’ordine avvenuti nel Carcere di Santa Maria Capua Vetere durante l’emergenza da COVID-19.

Per info, leggi qui:

La nostra intervista:

CE L’ABBIAMO FATTA!

Tutti iscritti nel registro degli indagati per OMICIDIO COLPOSO (reato 589 c.p.) i 5 poliziotti, il medico e l’infermiera intervenuti su ARAFET ARFAOUI quel maledetto 17 gennaio 2019 che lo portò alla morte.
È stata accettata la richiesta d’opposizione contro l’archiviazione della morte di ARAFET!
La morte di Arafet avrà altre indagini “suppletive necessarie”.
La dettagliatissima ordinanza del Giudice Mancuso, che tiene conto di tutte le specifiche dell’Avv. Giovanni Conticelli dispone in sintesi:
” I predetti accertamenti dovranno essere compiuti previa iscrizione nel registro degli indagati di tutti i poliziotti intervenuti e dei due sanitari citati, al fine di garantire la loro partecipazione agli ulteriori accertamenti che il P.M. vorrà svolgere.
ln conclusione, si indicano all’organo inquirente i seguenti temi d’indagine:
[…] voglia la pubblica accusa disporre un maggior approfondimento in ordine all’individuazione della causa della morte di Arfaoui Arafet che tenga conto dell’incidenza causale che può aver rivestito nel suo determinismo il mantenimento dello stesso in posizione prona per circa quindici minuti, ammanettato alle mani e legato alle gambe, e tenuto fermo da tre poliziotti; in particolare dovrà accertarsi se le specifiche circostanze di fatto (posizione nella quale Arfaoui Arafet è stato tenuto e stato di agitazione nel quale versava, assunzione di cocaina e alcol) sopra descritte possano aver determinato la morte per una carenza di ossigeno rispetto al fabbisogno cardiaco”
Il Giudice, accogliendo integralmente tutte le richieste di indagini suppletive proposte dalla difesa con l’atto di opposizione all’archiviazione, ha quindi disposto il compimento di ulteriori indagini relative alle perizie medico legali, all’utilizzo della corda con la quale sono state legate le gambe ad Arafet da parte dei due agenti di Polizia intervenuti per primi e alla condotta dei cinque poliziotti e del medico e dell’infermiere del 118.
“Indica al Pubblico Ministero il compimento delle indagini suddette nel termine di mesi sei dalla comunicazione della presente ordinanza.”
Il GRAZIE più infinito va all’Avvocato Giovanni Conticelli e al Medico Legale Valentina Bugelli che hanno fatto un lavoro davvero straordinario per la verità, GRAZIE per l’impegno, la professionalità, la dedizione, le competenze, lo studio meticoloso, il cuore e l’anima che hanno messo per portare alla moglie di Arafet e alla collettività tutta questo primo vitale risultato di verità e giustizia che rimarrà inciso nella difficilissima lotta agli abusi come un’ importantissima piccola grande gioia.
È solo l’inizio, ma è un grande inizio, una conquista fondamentale che va a scalfire quel muro di impunità troppo spesso invalicabile.
Grazie ai tanti che hanno contribuito a questa battaglia, grazie a chi continuerà a farlo.
L’importanza della lotta collettiva agli abusi è scolpita nelle parole della moglie ” GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE, Senza di voi Arafet l’avrebbero fatto morire per droga”.
A futura memoria.
VERITÀ PER ARAFET E PER TUTTI GLI ALTRI.
Acad-Onlus

AGGIORNAMENTO DALL’UDIENZA PER L’OPPOSIZIONE ALL’ARCHIVIAZIONE DELLA MORTE DI ARAFET ARFAOUI

Si è da poco conclusa l’udienza a porte chiuse davanti al Giudice per le indagini preliminari Mancuso.
Insieme alla moglie di Arafet, l’avvocato Giovanni Conticelli ha esposto per oltre un’ora la dettagliatissima relazione di opposizione accompagnata da documentazioni audio e video dei momenti che hanno preceduto la morte.
La difesa di Arafet ha concluso chiedendo nuove indagini e ulteriori approfondimenti medico legali necessari a far chiarezza su questa morte gravissima nelle mani delle forze dell’ordine.
il gip si è riservato di decidere e la risposta è attesa nei prossimi giorni.
Abbiamo abbracciato la moglie per i tanti solidali che in questi giorni c’hanno chiesto di farlo.
VERITÀ PER ARAFET.
LA MORTE NON SI ARCHIVIA!
Acad-Onlus